
Dopo aver riempito il Pal’Art Hotel di Acireale con Evergreen, Edoardo D’Erme, in arte Calcutta, torna in Sicilia con il suo tour estivo per un’unica e attesissima tappa. Il cantautore di Latina sarà a Palermo il 18 luglio al Complesso Monumentale di Castello a Mare in occasione del Festival Porto D’arte. L’evento, giunto quest’anno all’undicesima edizione, è organizzato da Terzo Millennio in collaborazione con l’Autorità di Sistema Portuale e della Soprintendenza ai beni culturali di Palermo. Ad aprire la rassegna, che quest’anno vedrà salire sul palco del Castello a Mare anche Venditti e Ranieri, sarà proprio Calcutta.
Se piovesse il tuo nome, la canzone che ha scritto per Elisa, si è guadagnata il disco di platino. Oroscopo è disco d’oro; Cosa mi manchi a fare, Frosinone e Gaetano registrano ormai milioni di visualizzazioni su Youtube e sui portali di streaming. Con il suo fare originale e stravagante, il cantautore di Latina è diventato in poco tempo il re dell’indie italiano.
«Lo sai che la Tachipirina 500 se ne prendi due diventa 1000» canta nel ritornello di Paracetamolo e a Silvia Gianatti di Vanity Fair racconta la genesi: «Una mia amica aveva la febbre. Mi sono messo al pianoforte e le cantavo questa frase, per scherzare. Poi però ho pensato che ci fosse qualcosa di bello su cui lavorare, un’emozione che poteva portare da un’altra parte. Sono tornato a casa e ho continuato».
Rolling Stone Italia mette il suo Mainstream al terzo posto, tra i migliori dischi del decennio. Ma c’è chi lo accusa di scrivere testi senza senso. «Mi fa arrabbiare chi mi dice che scrivo cose a caso. All’inizio mi feriva pure – risponde – Nelle mie canzoni c’è sempre il suono giusto, la frase che volevo. Che provino a farlo gli altri, se è così facile. Ai poeti mica chiedevano che cosa volevano dire le loro parole. Io non sono un poeta, ma ci provo».
Come nascono quindi le sue canzoni? «Mi metto scomodo – spiega – Ad un certo punto ho tolto anche il letto, in camera mia non c’era più niente e dormivo sul divano. Cerco sempre di togliermi tutti i mezzi possibili per fare le cose».
Il film del suo concerto all’Arena Di Verona è stato distribuito nei cinema come evento speciale e su Timvision.
Ma Edoardo D’Erme non ama la notorietà: «Non mi piace farmi vedere troppo in giro. Mi imbarazza – ammette – non vivo bene la popolarità, non capisco tutta questa curiosità su di me».
Ai concerti però mette tutto se stesso e si diverte «La gente che mi canta in faccia mi piace»
Maria Vera Genchi
foto di: Francesco Prandoni
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